La pressa idraulica trova oggi numerose applicazioni in campo industriale, prima fra tutte la lavorazione a freddo della lamiera, e in genere in tutte quelle circostanze produttive che richiedono l'impiego di forze rilevanti. Il range di pressione generata può andare infatti dai pochi chilogrammi a diverse centinaia di tonnellate, parametri che la rendono vincente soprattutto nell'industria aeronautica e di precisione, e nella lavorazione di rubinetterie, branca quest'ultima in cui speciali presse idrauliche appositamente progettate lavorano "a caldo" con temperature sull'ordine dei 700 gradi. L'ampia gamma di modelli oggi disponibili sul mercato consente un utilizzo delle presse oleodinamiche in svariate lavorazioni, tra cui l'imbutitura semplice, le reimbutitura, la tranciatura, la punzonatura, la coniatura, la bugnatura, la piegatura, l'assemblaggio.
La struttura del macchinario si riassume a grandi linee in un serbatoio di olio idraulico, una pompa e un motore, generalmente elettrico, completati da una valvola a due vie, un pistone idrodinamico, un fascio tubiero ad alta pressione e una struttura in grado di sostenere e contenere il materiale da pressare. Il macchinario è progettato con una struttura apribile dalla quale viene inserito il materiale da comprimere. Attraverso determinati cinematismi, la pressa idraulica produce il moto alternativo di una slitta. Questa, scorrendo, esercita sul materiale da lavorare una forza (massima e costante lungo tutta la corsa dell'organo mobile) pari alla potenza della macchina.
Rispetto alle omologhe meccaniche, nelle presse oleodinamiche o nelle presse idrauliche il movimento è prodotto da un fluido (olio) che la pompa idraulica invia sotto pressione al pistone.
Dal punto di vista della sicurezza, il macchinario è protetto e messo in sicurezza grazie alla presenza di una valvola di blocco che si apre in caso di pressione eccessiva, di una valvola parzializzatrice del flusso e di limitatori di pressione.