Realizzata per la prima volta in territorio statunitense verso la metà dell'800, la pressocolata di concezione industriale rappresenta un particolare processo di fonderia, detto anche fonderia in conchiglia sotto pressione, attraverso il quale si inietta metallo fuso appunto sotto pressione in uno stampo metallico costituito da due semistampi, generalmente in ghisa o acciaio per contenere materiali dalla minor temperatura di fusione come le leghe di alluminio, di zinco, magnesio, rame (bronzi e ottone) o stagno. La macchina di pressocolata consente di fabbricare manufatti metallici nel modo più veloce ed economico, a maggior ragione in certe condizioni, come ad esempio la necessità di produrre un elevato numero di pezzi identici, presupposto di convenienza nell'abbattimento dei costi di ammortamento del macchinario. Si può parlare di grande vantaggio economico quando si prevedano quote di produzione sull'ordine di qualche decina di migliaia di esemplari. A seconda della complessità del pezzo, la pressocolata può essere tuttavia conveniente già in serie sull'ordine dei 500 pezzi annui.
Le macchine di pressocolata si differenziano principalmente per le modalità di attuazione dello stesso procedimento di colatura, che può avvenire a camera calda all'interno di una fornace (per via del riscaldamento del condotto che trasporta il materiale dal forno allo stampo) oppure a camera fredda, nel cui ultimo caso il materiale metallico viene fuso all'interno di un crogiolo separato. Tra i due procedimenti, quello a camera calda offre senza dubbio maggior velocità di esecuzione e dunque un maggior controllo della temperatura di esercizio, consentendo ritmi produttivi particolarmente elevati, mentre la pressocolata a camera fredda, lavorando a una temperatura di esercizio maggiore, bilancia con una maggior flessibilità rispetto ai materiali adatti a essere colati. Frutto di una tecnologia tuttora in continua evoluzione, la macchina di pressocolata si presta ottimamente a processi automatizzati e robotizzati e consente di produrre forme particolarmente complesse, a elevati regimi di produzione e perfetta riproducibilità, in serie da piccole a grandissime.
Il processo di pressocolata presenta vantaggi che non è possibile ottenere con la sola fusione: si ha in questo processo un velocissimo riempimento della cavità dello stampo e anche un’ottima finitura cristallina. Un ruolo fondamentale in tutto il processo lo ha lo stampo che sarà soggetto ad elevate pressioni e shock termici. Le leghe più adatte alla produzione sono in particolare le leghe bassofondenti: ecco perché le macchine per la pressofusione dell’ alluminio e delle sue leghe risultano particolarmente diffuse. La pressocolata dell’alluminio non richiede alte temperature, mentre la fusione dei metalli ad alto punto di fusione necessita di stampi e sistemi ben più complessi e di costosa realizzazione.