Rientrano in generale nella categoria dei robot industriali tutti quei macchinari che consentono sostanzialmente alle aziende di semplificare la catena produttiva sostituendo in buona parte l'intervento umano laddove il ciclo di produzione stesso potrebbe presentare caratteri di pericolosità oppure richieda gradi elevatissimi di precisione difficilmente raggiungibili con lavorazioni di tipo manuale, quand'anche nel caso di processi eccessivamente ripetitivi e alienanti. La libertà di movimento, la precisione, la velocità e la capacità di carico dei robot antropomorfi sono aumentate nel tempo fino a permettere loro di svolgere lavorazioni accurate come forature, verniciature, smaltature e tagli con il laser.
Composti da una struttura articolata in bracci meccanici interconnessi tra loro, da attuatori (ad alimentazione elettrica, idraulica o pneumatica e azionati da giunti), sensori proprio o eterocettivi e da una cosiddetta unità di governo preposta alle funzioni di controllo e supervisione del macchinario stesso, i robot industriali si differenziano in due principali categorie nel cui ambito vengono classificati rispettivamente i robot programmati per svolgere operazioni "fisse" di alta precisione e ripetitive e quelli dotati di sistemi di visione artificiale e capaci di adattarsi a variazioni nell'ambiente operativo. La comparsa dei robot industriali, e in particolare del robot antropomorfo, in settori come la pallettizzazione e lo stoccaggio, ha permesso di migliorare le condizioni di sicurezza sul lavoro, riducendo gli incidenti causati dai carichi eccessivi. Dall'industria automobilistica alla pallettizzazione, dai settori del legno ai processi di fonderia, alla verniciatura, fino al fotovoltaico e al packaging, gli ambiti di applicazione della robotica industriale sono pressoché infiniti e riguardano sia le fasi di lavorazione e produzione che l'assemblaggio e le funzioni di misura e controllo.